Sulla recensione (di un racconto o di un libro).

Recensione e gusti

La gente che parla di un libro come se fosse un oggetto qualsiasi, per esempio un piatto o un dispositivo elettronico o un paio di scarpe, da valutare a seconda della soddisfazione del cliente: era questo il dannato guaio, affermavi. Persino quegli aspiranti scrittori dei tuoi studenti sembravano non giudicare mai un libro per il modo in cui realizzava le intenzioni dell’autore bensì unicamente in base al fatto che il genere fosse di loro gradimento. Nunez, Sigrid. L’amico fedele (Italian Edition) . Garzanti. Edizione del Kindle.

Parto con questa citazione, e fra poco te ne rifilo un’altra, per ribadire che non è facile valutare un testo letterario. [Ci riferiamo d’ora in poi a testi scritti con correttezza e con buono stile: le opere con grossolane mancanze di base di solito non hanno scampo]

Chi ha fatto parte di giurie di premi o redazioni di riviste letterarie mi ha confermato che è assai raro un giudizio unanime su un testo. Al contrario, è molto frequente che un’opera apprezzata da qualcuno non piaccia invece a qualcun altro. Perché queste divergenze? Probabilmente chi legge finisce per farsi condizionare dalle proprie preferenze di genere – come riferiva la protagonista del libro della Nunez. E la personale risposta emotiva a un testo può prevalere sulla valutazione, ad esempio, della capacità dell’autore nel “realizzare le proprie intenzioni”. Del resto siamo nel campo della creazione, non possiamo recensire in modo matematico un’opera: troppe variabili, anche difficilmente misurabili, da tenere in considerazione. Come diceva con fervore il professor Keating nel film L’attimo fuggente, non possiamo applicare gli schemi del (fantomatico) professor Pritchard.

Analisi su piano cartesiano?

Comprendere la Poesia”, di Jonathan Evans Pritchard, professore emerito. ‘Per comprendere appieno la poesia dobbiamo anzitutto conoscerne la metrica, la rima e le figure retoriche e poi porci due domande, uno, con quanta efficacia sia stato reso il fine poetico e due, quanto sia importante tale fine. La prima domanda valuta la forma di una poesia, la seconda ne valuta l’importanza. Una volta risposto a queste domande, determinare la grandezza di una poesia diventa una questione relativamente semplice; se segniamo la perfezione di una poesia sull’asse orizzontale di un grafico e la sua importanza su quello verticale, sarà sufficiente calcolare l’area totale della poesia, per misurarne la grandezza.

Sarebbe comodo trovare degli strumenti del genere, darebbe un senso di oggettività alla valutazione. Ma una teoria del genere è già stata bollata da Keating come “escrementi!”

È impossibile eliminare la componente soggettiva in una recensione. E infatti la storia della letteratura è piena di romanzi rifiutati e poi diventati dei casi letterari, o addirittura riconosciuti come capolavori (se non ricordo male, uno è l’Ulisse di Joyce). Soprattutto le opere che contengono degli elementi di novità tendono ad essere divisive: l’originalità sarà segno di genialità o di gratuita stravaganza?

Se avete mandato un testo a un concorso o a una rivista (o al nostro Recenservice…) e ve l’hanno respinto, non disperate dunque: una valutazione negativa sarà sempre solo una valutazione negativa: possono esserci errori dello scrittore, ma anche errori o fraintendimenti del recensore.

Ci suggeriva una nota editor della Mondadori di confrontare la qualità dei nostri racconti con quella di racconti pubblicati che consideriamo buoni. Non i migliori che abbiamo mai letto, ma nemmeno i peggiori. Quando possiamo affermare, con la massima onestà, che i nostri non sono inferiori a quelli usati come termine di paragone, allora possiamo pensare di sottoporli all’attenzione di qualche editore. E se anche riceveremo qualche rifiuto, insistiamo. In fondo, è normale non piacere a tutti.

Zio Wiggily

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